Elisa Di Francisca è mamma bis: “La mia felicità di oggi e… l’amore, l’aborto, lo sport: vi racconto tutto”

Elisa Di Francisca è mamma bis

Elisa Di Francisca è da poco diventata mamma bis: il 19 maggio è nato il secondogenito Brando, fratellino di Ettore. La campionessa di scherma si immerge nella sua felicità con il marito Ivan Villa e i due figli. E nella sua autobiografia – e in quest’intervista esclusiva a Oggi – racconta tutto del suo passato: l’ex fidanzato violento, un aborto lontano, l’amore per una donna. E la sua bellissima famiglia.

«Sopra di me, mentre insozzo l’androne di un anonimo condominio di Castelplanio incombe la figura minacciosa dell’uomo che fino a quel momento mi sono raccontata di amare. Mi ha tirato un pugno; maldestro, ma preciso. Mi ha preso tra naso e denti, fa un male cane».

Con queste parole Elisa Di Francisca, considerata una delle più forti schermitrici di sempre, praticamente inizia la sua autobiografia, Giù la maschera. Un libro in cui racconta se stessa, compreso il rapporto conflittuale con il padre e l’amore per Claudia, una compagna di squadra. Oggi è sposata, è mamma di Ettore e Brando (nato all’alba del 19 maggio) e ha rinunciato alle Olimpiadi per la famiglia. Parla con la sua bella voce pastosa, senza mettere filtri. Diretta. Immensamente sincera.

Le avranno già detto che lei è una donna coraggiosa. «Mi hanno detto che non è facile trovare persone che dicono le cose come stanno. Però, dentro di me, senza essere presuntuosa, io sapevo di esserlo».

Il libro prende l’avvio con la violenza subita da un fidanzato a 17 anni, un pugno in faccia, un calcio nella schiena, il sapore del sangue. Perché iniziare in modo così forte? «Per aiutare quelle che non hanno il coraggio di dire basta. Ma non avrei potuto parlare di certe cose se non le avessi prima risolte. Analizzate. Dopo, non è stato poi così difficile».

Mi perdoni se glielo chiedo: è stato più forte il dolore fisico o il dolore emotivo quando l’ha chiamata puttana? «Quella è la cosa che mi ha dato più fastidio: la violenza fisica la curi, la violenza psicologica è subdola. Poi, io avevo abbandonato molto per lui: la scherma, gli amici… Io ero sola, ero per lui, ero devota a lui».

Mentre l’aggrediva ha avuto paura di morire? «No, mai. Nonostante tutto gli rispondevo: “Mi faccio tutta la famiglia tua”, “Ti sto lasciando perché voglio farmi tutta Jesi”, prendevo le sue paure, le scoperchiavo e le rendevo vive».
Nel passato è stata una bad girl. «Ho avuto il bisogno di trasgredire, di frequentare compagnie sbagliate, persone sbagliate. Di mettere alla prova me stessa, di fare tutto quello che non era bene fare. Non era detto che io dovessi essere l’atleta modello, la studentessa modello, la ragazza modello, quella bella, brava, simpatica, intelligente…».

Come si vestiva in quel periodo? «Già ero alta, cercavo di rendermi ancora più adulta con tailleur, longuette, abiti più adatti a una signora».

L’avrei immaginata con chiodo e anfibi. «Nulla contro gli anfibi, che peraltro ho usato nel corso in Polizia a Peschiera del Garda, ma ho sempre tenuto alla mia femminilità, sin da piccola».

Altri dolori: ha raccontato di aver abortito. «È venuto fuori per caso, mentre parlavo con Gaia (Piccardi, coautrice della biografia, ndr). Le ho detto che volevo metterlo nel libro perché è stato un momento bruttissimo e potrebbe capitare ad altre. Tornassi indietro, starei più attenta, cercherei di evitare una cosa del genere. All’epoca non ero in grado di badare a me stessa, vicino avevo una persona più fuori di testa di me, non avevo il sostegno dei genitori… e dove andavo?».

Che cosa ricorda? «La difficoltà di prendere una decisione. Stavo malissimo».

Ha mai perdonato la collega Valentina Vezzali che glielo ha rimproverato? «L’ha tirato fuori durante un assalto, perché se l’è vista brutta e ha provato a toccarmi nell’unica cosa che sapeva potesse farmi perdere le staffe. No, non credo di averla perdonata. Oggi se qualcuno per strada mi dicesse “Vergognati, che cosa hai fatto?” mi toccherebbe molto meno. Io so perché l’ho fatto. A quell’epoca la ferita era ancora aperta e quindi mi ha fatto stare molto male».

Lei descrive con grande crudezza il rapporto con suo padre, praticamente lei è come il tennista Andre Agassi schiacciato dal papà allenatore. «Il padre è il primo amore per ogni bambina, quindi nel corso degli anni ho cercato sempre di compiacerlo. Ma quando le cose andavano male non venivo considerata, non mi parlava più, passavano mesi in cui diventavo trasparente».

E come ricercava attenzione? «Mi passi il termine, non ero “furba” e lo mandavo a quel paese. Con gli anni abbiamo recuperato, soprattutto dopo la nascita di mio figlio, adesso è un nonno fantastico».

La faceva perfino svegliare all’alba per studiare la matematica…  Il momento peggiore? «Tanti, non so… tornavo a casa tardi, ero vestita in un modo che a lui non piaceva e lui: “Vatti a cambiare”. Mi correva dietro, ma io correvo più forte di lui per non farmi prendere».

A proposito della sua sincerità sconcertante: ha scelto di raccontare la sua storia con Claudia, sua compagna di squadra. È vero che siamo in un periodo gender fluid, ma siamo anche in Italia… «All’epoca non volevo saperne più niente di uomini, quella è nata come una bellissima amicizia, è successo in modo naturale. Non è stata una storia omosessuale, non mi sono domandata: è donna, uomo, e adesso che faccio, dove metto le mani? È successo e basta».

Il primo bacio? «Forse io, lei non avrebbe mai osato. Io ero eterosessuale».

Lo è tuttora no? «Sì. Sapeva che stavo solo con uomini, non ero attratta dalle donne ma ero attratta da lei e glielo dissi: “Guarda, se io un giorno dovessi stare con una donna vorrei stare con te”.  Eravamo veramente una la metà dell’altra. Purtroppo si è rovinato tutto».

Per forza: non l’amava totalmente e l’ha pure tradita… «Nel libro faccio un mea culpa, forse ho giocato un po’ troppo con i suoi sentimenti, magari avrei dovuto fermarmi un po’ prima. Però, io glielo ho sempre detto: sono innamorata di te, perché comunque per me è stato amore, ma un giorno vorrò un marito e dei figli».

Diciamo, usando un termine retrò, che lei era un po’ una mangiatrice di uomini. A un fidanzato buttò via l’anello che le aveva regalato… «Avevo tanta rabbia dentro per come ero stata trattata da quel ragazzo del pugno, da mio padre. L’ho fatta pagare in tutti i modi a tutti i ragazzi che sono arrivati… Ah, i regali che lanciavo!» (l’anello, per la cronaca era oro con brillanti e il fidanzato scomparve, ndr).

Alla fine sono arrivati marito e figli. «Ci ho sempre creduto, sa? Ho sempre ricercato l’amore, essere amata. Io quello volevo».

E anche essere campionessa.

«Sì».

Elisa Di Francisca è mamma bis: “La mia felicità di oggi e… l’amore, l’aborto, lo sport: vi racconto tutto”ultima modifica: 2021-05-28T19:00:03+02:00da vita-vip
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